BREXIT ed E-commerce, vicini ma lontani

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Il mondo dell’e-commerce è sempre stato variegato, mutevole e costantemente in evoluzione. Avere a che fare con il commercio online infatti, significa non solo riuscire a ritagliarsi un piccolo spazietto fra le ingombranti presenze di corrieri, fornitori, magazzini e quant'altro, ma da qualche mese a questa parte, significa anche doversi relazionare con le interessantissime realtà doganali e relative normative.

Nel particolare, se gestite un e-commerce che prevede la possibilità di spedire oltre mari, oceani o canali, potreste aver sentito parlare di un tema che - ultimamente - ha avuto un certo qual tipo di rilevanza a livello mediatico: “Britan Exit” la chiamano dottamente oltremanica, per noi comuni mortali, semplicemente BREXIT.

Senza perdere altro tempo, immergiamoci in questa nuova meravigliosa realtà ed andiamo ad esplorare le conseguenze apportate al mondo dell’e-commerce.

First of all, quali sono le implicazioni di cui ogni e-commerce provider dovrebbe essere al corrente?

Di seguito il quadro generale della situazione:

  • Per gli ordini con un valore inferiore alle 135ÂŁ imponibili, l'IVA dovrĂ  essere addebitata al cliente finale al momento dell’acquisto (come finora è sempre successo), e non saranno applicati dazi indipendentemente dall'origine della merce.
  • Per gli ordini con un valore superiore alle 135ÂŁ imponibile invece, l'IVA dovrĂ  essere pagata in fase di consegna, mentre i dazi saranno applicati solo sulla merce che NON ha origine preferenziale UE.

Ma cosa vuol dire esattamente “l'IVA dovrà essere pagata in fase di consegna”?

Long story short, se spedite in DAP/DAT vs UK (ex DDU) significa che il cliente dovrĂ  pagare IVA e dazi direttamente al corriere (what a surprise!), se spedite in DDP, significa che pagherete voi evitando la sorpresa al consumatore e sarĂ  poi il corriere ad addebitarvi il suddetto importo.

L’avvento della BREXIT però, oltre ad una serie di simpatiche regole doganali, ha portato anche un nuovo set di requirement che consigliamo a tutti di implementare al più presto.

DDP o DAT/DDU

Su richiesta, per chi è in fase di analisi strategica e sta valutando tutti i pro e contro dei vari assetti, contattaci per una chiacchierata. 

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Riprendendo il tono serio di cui sopra (?!?), ecco i requisiti necessari per continuare a spedire in Inghilterra potendo dormire tranquilli la sera:

  • Codice HS, per identificare la tipologia di prodotto
  • Origine preferenziale UE, per evitare di pagare i dazi per gli ordini superiori alle 135ÂŁ.

NB. Quando un ordine non presenta tali informazioni, sarĂ  trattenuto in dogana per 5 giorni e poi rispedito al mittente. Ma niente pressioni.

Infine, se spedite in DDU, vi è un’altra problematica che potrebbe bussare alla vostra porta: infatti, dato che l'IVA per gli ordini <135£ viene pagata in fattura mentre l'IVA per gli ordini > 135£ è pagata alla consegna, per gli ordini superiori alle 135£ si rischia che il cliente finale paghi l'IVA sia in fattura di acquisto che alla consegna.

Per ovviare a questo problema ci sono diverse soluzioni:

  • Spedire vs UK in DDP, in maniera tale che dazi e IVA doganali non siano addebitati al cliente finale, che pagherebbe così solo l'IVA in fattura. (con possibilitĂ  di sovraccaricare eventualmente i prezzi a listino e rientrare delle spese relative ai dazi. D'altronde, la BREXIT l’hanno voluta loro).
  • Spedire in DAP/DAT (ex DDU) con un corriere che offra il servizio di Postponed VAT Accounting, in modo tale che l'IVA doganale sia addebitata a fine mese al Brand (e non al cliente finale), lasciando al cliente solamente l'onere dei dazi. Segnaliamo che purtroppo questa soluzione non è attualmente percorribile poichĂ© nessun corriere sembra voler offrire questa tipologia di servizio.
  • Spedire in DAP/DAT (ex DDU) scorporando l’IVA solamente agli ordini con valore superiore alle 135ÂŁ, per i quali clienti pagheranno così direttamente IVA ed eventuali dazi alla consegna.

Insomma, se volete continuare ad offrire un servizio ai cari cugini oltremanica e informazioni da reperire e le modifiche da implementare non sono indifferenti. Nulla è impossibile ovviamente, ma consigliamo a tutti di valutare in maniera accurata l’impatto sul vostro business e sul vostro framework tecnologico

Vogliamo bene a tutti gli inglesi, tranne a quelli che hanno scritto le regole cross-border per la BREXIT.

Un saluto e tanto commercio ed amore a tutti!

Alberto Shout Urlo
Drop Brexit Fanatic

— 26 Marzo 2021

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