One Man Band: e-commerce in-house si o no?

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Sempre più brand scelgono di portare in-house la gestione del proprio e-commerce. Una decisione importante, che se fatta bene può significare più controllo, più coerenza con la visione aziendale, più velocità nell’evoluzione digitale.

Il nuovo insourcing non va inteso come un â€śtorno a fare tutto io” alla vecchia maniera.
Richiede una nuova mentalitĂ , processi agili e una visione chiara del ruolo che l’e-commerce gioca nell’ecosistema aziendale.

In quanto commerce provider, da anni affianchiamo aziende che hanno fatto (o stanno facendo) questo passaggio. Lo sappiamo bene: l’insourcing può essere un acceleratore, ma può anche rallentarti, se approcciato con la logica sbagliata. 

Ecco gli errori che vediamo piĂą spesso e alcuni consigli che diamo ai nostri clienti per evitarli!

1. Digitalizzare l’esistente invece di ripensare i processi

Uno degli errori piĂą frequenti? Prendere processi nati per il fisico e "digitalizzarli", sperando che basti per funzionare online. Spoiler: non basta!

L’e-commerce non può basarsi su processi adattati: ha bisogno di essere progettato nativamente digitale, con logiche snelle, automatizzate e scalabili. Un checkout non può funzionare come un ordine telefonico, così come la gestione del magazzino online non è una semplice estensione del retail tradizionale.

Lo stesso vale per l’adozione dell’intelligenza artificiale. Chi sceglie di non integrarla rischia di investire risorse in processi destinati a scomparire. Il vero vantaggio dell’AI non è velocizzare l’esistente, ma ripensare radicalmente i modelli operativi: eliminare passaggi superflui, automatizzare attività ripetitive, ridefinire interi flussi con una logica data-driven.

L’innovazione digitale richiede il coraggio di non replicare il passato, ma di costruire sistemi pensati per durare nel futuro.

2. Pensare all’e-commerce come un canale isolato

Capita ancora troppo spesso di vedere l’e-commerce trattato come "un mondo a parte", con KPI, logiche e flussi scollegati dal resto del business.
Ma un e-commerce che non parla con CRM, retail, wholesale e customer care è un’occasione mancata. L’online deve essere un nodo centrale di un ecosistema omnicanale, non un satellite orbitante.

3. Ignorare il change management

L’e-commerce tocca tutti i reparti: operations, IT, marketing, logistica, finance. Quando si passa da un modello esternalizzato a uno interno, è fondamentale accompagnare il cambiamento.

Team da formare, ruoli da ridisegnare, processi da riallineare. Serve tempo, metodo, ascolto. Ma spesso non basta: per affrontare davvero un cambiamento servono competenze specifiche e un cambio di mentalitĂ . Nell’e-commerce, dove tutto evolve rapidamente, è facile che manchino riferimenti chiari. Questo genera rallentamenti, incomprensioni e resistenze interne.

Per questo noi di Drop non ci limitiamo a “fare”, ma affianchiamo i brand passo dopo passo. Aiutiamo a colmare i gap di competenza, a costruire un linguaggio comune e ad allenare il coraggio di sperimentare, che nel digitale fa spesso la differenza. In tutto il percorso di internalizzazione è coinvolta una parte del team Drop, una scelta strategica per dare soliditĂ  al nuovo assetto e garantire un trasferimento graduale del know-how.

4. Mettere la tecnologia davanti alla strategia

Stack, tool, piattaforme: tutti parlano di tecnologia. Ma senza una strategia chiara (e KPI coerenti), anche il miglior sistema rischia di non portare valore. Aiutiamo le aziende a costruire architetture tech su misura, ma sempre partendo da una domanda semplice: â€śQuale risultato vogliamo ottenere, e come ci arriviamo?”

5. Non rivedere i KPI alla luce del nuovo modello

Se cambi modello operativo, devono cambiare anche le metriche di successo. Non puoi piĂą valutare tutto solo in termini di traffico o vendite online. L’insourcing dell’e-commerce genera valore solo se migliora marginalitĂ , fidelizzazione ed efficienza operativa.

Serve una lettura integrata dei dati e una cultura della misurazione che coinvolga tutta l’azienda: capire cosa funziona, potenziarlo (insieme a Drop) e avere il coraggio di osare, cambiando ciò che non funziona o funziona male.
Il vero impatto arriva quando strategia, execution e metriche parlano la stessa lingua.

Insomma, portare l’e-commerce in casa non vuol dire fare tutto internamenteVuol dire guidare il progetto, con le giuste leve.
Spesso aiutiamo i nostri clienti proprio in questo: costruire una governance interna solida, affiancata da partner specializzati nei momenti giusti, per scalare piĂą velocemente (e senza errori evitabili).

pronto ad internalizzarE?

 

— 8 Maggio 2025

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